• 18-02-2025

Vulvodinia: il dolore invisibile delle donne.

La vulvodinia è una condizione di dolore cronico che colpisce la zona vulvare senza una causa apparente. È un disturbo complesso che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, sulle relazioni e sulla salute psicologica di chi ne soffre. Nonostante sia poco conosciuta, la vulvodinia è più diffusa di quanto si pensi e merita maggiore attenzione.

Cos’è la vulvodinia?

La vulvodinia è caratterizzata da dolore persistente nella zona vulvare che dura da almeno tre mesi e non è attribuibile ad altre condizioni mediche. Il dolore può essere localizzato in un’area specifica (come nel caso della vestibolodinia, che colpisce l’ingresso della vagina) oppure essere diffuso su tutta la vulva.

Si tratta di un dolore che può essere spontaneo o scatenato da stimoli come il contatto con gli indumenti, l’uso di tamponi, i rapporti sessuali o anche il semplice stare seduti per lunghi periodi. Le sensazioni riportate dalle donne che ne soffrono variano da bruciore a punture, irritazione o dolore tagliente.

Come si manifesta?

Le donne con vulvodinia possono sperimentare diversi sintomi, tra cui:

  • Dolore o bruciore persistente nella zona vulvare.
  • Fastidio o ipersensibilità al tatto, tanto da rendere scomodo l’uso di indumenti aderenti o la seduta prolungata.
  • Dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), che può rendere difficoltosa o impossibile la vita intima.
  • Senso di irritazione o gonfiore, senza segni visibili di infezione o infiammazione.

Questi sintomi possono avere un impatto notevole sulla quotidianità, influenzando il benessere fisico ed emotivo.

Le cause della vulvodinia

Le cause esatte della vulvodinia non sono ancora completamente chiare. Tuttavia, si ritiene che possano contribuire diversi fattori, tra cui:

  • Alterazioni del sistema nervoso, che rendono la vulva ipersensibile al dolore.
  • Tensioni muscolari del pavimento pelvico, che possono accentuare la percezione del dolore.
  • Squilibri ormonali, che potrebbero influire sulla sensibilità della mucosa vulvare.
  • Fattori psicologici e stress, che possono amplificare il dolore e rendere più difficile la gestione del disturbo.

La vulvodinia non è un’infezione, non è causata da una scarsa igiene intima e non è una malattia sessualmente trasmissibile.

L’impatto della vulvodinia sulla vita quotidiana e sulle relazioni

Oltre al dolore fisico, la vulvodinia può influenzare profondamente la sfera emotiva e relazionale. Le donne che ne soffrono spesso provano frustrazione, ansia e senso di inadeguatezza, specialmente quando la diagnosi tarda ad arrivare o quando il loro dolore non viene preso sul serio.

A livello di coppia, la vulvodinia può rendere difficili i rapporti sessuali, causando insoddisfazione e incomprensioni. Alcune donne evitano il contatto intimo per paura del dolore, mentre altre possono sentirsi in colpa o sotto pressione nel cercare di mantenere una vita sessuale attiva. La qualità della relazione può risentirne, soprattutto se il partner non comprende la natura del problema o non sa come supportare la propria compagna.

Aspetti psicologici della vulvodinia

Il dolore cronico può avere un impatto sulla salute mentale, aumentando il rischio di ansia, depressione e bassa autostima. Alcune donne riferiscono di sentirsi sole e incompresse, poiché la vulvodinia è ancora poco conosciuta e spesso sottovalutata persino dai professionisti sanitari.

In alcuni casi, la paura del dolore può portare a un circolo vizioso: l’ansia anticipatoria rende i muscoli pelvici più tesi, peggiorando la percezione del dolore e alimentando ulteriormente il disagio emotivo. Per questo motivo, è fondamentale un approccio integrato che tenga conto sia dell’aspetto fisico che di quello psicologico del disturbo.

Si può curare la vulvodinia?

Non esiste una cura unica e definitiva per la vulvodinia, ma ci sono diverse strategie che possono aiutare a ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita.

Tra i trattamenti più utilizzati troviamo:

  • Terapia del pavimento pelvico, con esercizi e biofeedback per ridurre la tensione muscolare.
  • Farmaci per il dolore neuropatico, come antidepressivi triciclici e anticonvulsivanti, che aiutano a modulare la percezione del dolore.
  • Trattamenti locali, come anestetici in crema o lidocaina, per alleviare il dolore nelle aree più sensibili.
  • Supporto psicologico, utile per gestire ansia, depressione e difficoltà relazionali legate alla vulvodinia.
  • Modifiche dello stile di vita, tra cui evitare indumenti troppo stretti, ridurre lo stress e adottare pratiche di rilassamento.

L’importante è rivolgersi a specialisti che conoscano il disturbo e possano costruire un percorso personalizzato, in base alle esigenze della persona.

Vulvodinia e il Peso dei Pregiudizi: L'Impatto Psicologico del Dolore Invisibile

Uno degli ostacoli più grandi per le donne che soffrono di vulvodinia è il pregiudizio secondo cui il dolore sessuale femminile sia "normale" o "psicosomatico". Per troppo tempo, il disagio intimo femminile è stato banalizzato o attribuito esclusivamente a fattori emotivi, portando molte pazienti a sentirsi ignorate o persino colpevolizzate. Frasi come "è solo nella tua testa", "devi rilassarti di più" o "passerà da solo" non solo ritardano la diagnosi e il trattamento, ma possono minare profondamente l’autostima e l’identità femminile.

Il dolore cronico e persistente può generare un forte senso di frustrazione, alimentando emozioni come vergogna, senso di colpa e ansia. Alcune donne si colpevolizzano per la difficoltà nel vivere una sessualità serena, temono di non essere "normali" o di non poter soddisfare il proprio partner, mentre altre sperimentano una profonda tristezza e rabbia per la mancanza di risposte mediche adeguate. In molti casi, questa sofferenza può sfociare in isolamento sociale ed episodi depressivi, soprattutto quando amici, familiari o partner non comprendono appieno la gravità della condizione.

Affrontare la vulvodinia richiede non solo un percorso medico adeguato, ma anche un supporto psicologico ed emotivo. Parlare apertamente del problema con persone di fiducia, entrare in contatto con altre donne che vivono la stessa esperienza e, se necessario, affidarsi a uno psicologo specializzato nel dolore cronico può essere di grande aiuto per non sentirsi sole e incomprese. Il primo passo è riconoscere che il dolore non è "normale" e che ogni donna ha diritto a essere ascoltata, creduta e supportata nel proprio percorso di cura. 

Sebbene la strada verso la guarigione possa essere lunga, esistono diverse strategie che possono aiutare a ridurre il dolore e a ritrovare una maggiore serenità nella propria sessualità e nelle relazioni.






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